Il ruolo dei gas fluorurati nei veicoli elettrici

Caso di studio

I trasporti sono uno dei maggiori contributori alle emissioni di gas a effetto serra nell’UE. Per ridurre le emissioni sulle nostre strade e aiutare i paesi a raggiungere gli obiettivi climatici entro il 2030, le case automobilistiche sono impegnate a produrre più veicoli elettrici (EV).

Nel 2021, le nuove immatricolazioni di auto elettriche hanno rappresentato quasi il 18% del totale delle immatricolazioni di auto nuove (1.729.000, in aumento rispetto alle 1.061.000 del 2020[1]), mentre anche la diffusione di nuovi furgoni elettrici è passata dal 2,1% al 3,1%. Le prestazioni tecniche e la sicurezza sono fondamentali per la produzione di questi nuovi veicoli elettrici, ed è qui che i gas fluorurati svolgono un ruolo fondamentale.

I moderni gas fluorurati denominati HFO sono i refrigeranti di scelta per quasi tutti i costruttori di veicoli dell’UE, e sono utilizzati nei sistemi di condizionamento dell’aria per raffreddare, riscaldare, filtrare e sbrinare i veicoli. Sono preferiti dai produttori perché hanno un basso potenziale di riscaldamento globale (GWP). Sono anche sicuri da usare e altamente efficienti.

Gli HFO non solo mantengono l’interno del veicolo fresco, ma svolgono un ruolo cruciale nel raffreddamento delle batterie EV durante la fase di ricarica e, poiché gli EV non hanno calore residuo derivante dagli scarichi dei motori a combustione, vengono utilizzati anche nei sistemi a pompa di calore per fornire calore.

L’uso degli HFO consente ai veicoli elettrici di disporre di sistemi di gestione termica ad alte prestazioni ed efficienti sotto il profilo energetico. Ad oggi, l’uso di refrigeranti HFO negli EV ha consentito una riduzione del riscaldamento globale equivalente al ritiro di circa 10 milioni di veicoli più vecchi e più inquinanti[2]. Senza gli HFO sarà difficile produrre in futuro veicoli elettrici e gestire la trasformazione ambientale dell’industria automobilistica dell’UE.